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Trasporto fluviale: al via l’idrobonus, opportunità per i porti di Venezia e Chioggia

Dopo il ferrobonus mirato a sviluppare il trasporto ferroviario, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti punta a potenziare la modalità fluviale stanziando incentivi per lo sviluppo del trasporto attraverso vie navigabili interne.

Nei giorni scorsi è stato infatti pubblicato il decreto del MIT che stabilisce come potranno essere richiesti gli incentivi per "la valorizzazione del trasporto di merci per vie navigabili interne e vie fluvio-marittime ai fini del miglioramento ambientale e dello sviluppo di forme più sostenibili di trasporto di merci” che ha previsto lo stanziamento di 20 milioni di euro in tre anni. Un contributo che riguarda sia il trasferimento delle merci sulle vie navigabili, sia l’acquisto o il potenziamento di chiatte, spintori e unità navali.

Il decreto rappresenta una indubbia occasione per il sistema portuale veneto, unica realtà nazionale a poter contare una via navigabile interna che può collegare gli scali di Venezia e Chioggia al cuore della pianura padana; una linea di navigazione interna che collega 365 giorni all’anno Venezia e Chioggia a Mantova attraverso il canale navigabile Fissero-Tartaro-Canalbianco e che offre la possibilità di proseguire fino a Cremona. Inoltre, utilizzando il Po, si può raggiungere Piacenza 265 giorni all'anno.

Una modalità, quella fluviale, riconosciuta anche dall’Unione Europea (che considera la tratta fluviale Lombardo-Veneta componente del corridoio mediterraneo delle reti Ten-T) e che comporta indubbi vantaggi dal punto di vista ambientale. Infatti una chiatta in grado di trasportare 60 container a viaggio si traduce in 60 camion in meno sulle strade per ogni singolo viaggio e questo comporta una consistente diminuzione in termini di emissioni di CO2.

Per quanto riguarda il trasferimento modale, il Decreto rende disponibili 5,7 milioni di euro nel triennio, destinati sia agli armatori (40%), sia alle imprese che utilizzeranno la modalità fluviale (60%). Il contributo consiste in un importo massimo di 0,018 euro per ciascuna tonnellata metrica imbarcata moltiplicato per i chilometri via strada evitati sulla rete autostradale o stradale italiana (e ciò si traduce, per la tratta Mantova-Venezia in un contributo pari a 3000 euro). Per i trasporti eccezionali si considerano le tonnellate equivalenti alla capacità della stiva.

Circa l’incremento o il potenziamento della flotta, il Decreto fornisce contributi per migliorare le prestazioni ambientali di navi, spintori e chiatte già esistenti – tramite la riduzione dei consumi di carburante, miglioramento dell’idrodinamica e ottimizzazione dell’energia a bordo – ma anche per integrare il trasporto fluviale nel trasporto intermodale. In concreto, ciò significa adattare l’unità di trasporto per nuovi traffici o servire porti marittimi, acquistare nuove imbarcazioni e acquisire software o equipaggiamenti per la navigazione. Sono previsti inoltre contributi anche per l’individuazione di nuovi armatori e di soluzioni tecnologiche innovative.
 

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