Piani Regolatori Portuali

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Ai sensi della legge di riforma portuale L.84/1994 e delle sue successive modifiche ed integrazioni, tra le quali il d.lgs 4 agosto 2016 n.169/2016 e il d.lgs. 31 dicembre 2017 n.232/2017 c.d. “Correttivo Porti”, il Piano Regolatore Portuale diviene lo strumento di pianificazione del sistema dei porti ricompresi nelle circoscrizioni portuali dell’Autorità di sistema portuale.
Il Piano si compone di un documento di Pianificazione Strategica di Sistema (DPSS) e dei Piani Regolatori Portuali di ciascun porto.

Piani Vigenti

Piano Regolatore vigente del Porto di Venezia (in seguito chiamato PRP) risale al 1965 per l’area di Porto Marghera e al 1908 per le aree interessate del centro storico di Venezia e del comune del Cavallino Treporti.

Piano Regolatore portuale di Porto Marghera - 1965

Di seguito le planimetrie in formato PDF.

Le vie di accesso dal mare al Porto di Venezia

La Laguna di Venezia, che si estende su una superficie complessiva di Ha. 55000, è servita da tre bocche portuali: S. Nicolò di Lido, Malamocco, Chioggia; a queste fanno capo tre distinti bacini lagunari, separati, nella funzionalità del regime idraulico, da riconoscibili spartiacque.

In tempi meno recenti, il traffico marittimo di maggiore volume si svolse attraverso la bocca portuale di Malamocco, favorita da maggiori fondali naturali, tanto che Napoleone, intendendo ripristinare la funzione di Venezia quale base navale di primaria importanza, promosse lo studio della sua sistemazione a mare, attuata, poi, con la costruzione delle dighe foranee, nel periodo 1839-1872.

Ma poiché la bocca portuale di Malamocco era collegata a Venezia mediante un canale lagunare di assai difficile mantenimento, aumentando progressivamente i traffici e, conseguentemente, le dimensioni dei mezzi navali da trasporto, si convenne di collegare direttamente Venezia al mare sistemando convenientemente la bocca portuale di S. Nicolò di Lido, negli anni 1882-1910, mentre si realizzava il nuovo porto commerciale della “Marittima”. Tutto il traffico marittimo da e per Venezia si trasferì allora in via definitiva da Malamocco a S. Nicolò di Lido.

La vecchia zona industriale di Porto Marghera (denominata prima zona industriale), trae origine dal Piano Regolatore 30.10.1925 e dalla convenzione 18.8.1926, con la quale l’esecuzione delle opere veniva affidata in concessione alla Società Anonima del Porto Industriale di Venezia.

Nel 1946, anno in cui si risolse il rapporto istituitosi tra Stato, Comune e Società concessionaria, la utilizzazione delle aree della prima zona era completa, su una estensione di circa 550 ettari, distinta nei settori: petrolifero, industriale e commerciale. Il Piano Regolatore Portuale del 1925 prevedeva tuttavia una zona di ampliamento (oggi denominata seconda zona industriale), fino a Fusina, su una estensione di circa 1000 ettari, con una utilizzazione di circa 800 ettari ai fini industriali. Alla pratica realizzazione della seconda zona industriale posero mani congiuntamente lo Stato (tramite il Genio Civile per le Opere Marittime) e gli Enti locali veneziani riuniti nel Consorzio per lo sviluppo del porto e della zona industriale di Venezia-Marghera, sulla base del piano regolatore 27 agosto 1953 e sue varianti del 6.6.1956, redatti dal Genio Civile per le Opere Marittime, ad ogni effetto sostitutivi del Piano Regolatore 30.10.1925.

Mentre il Ministero dei Lavori Pubblici ha provveduto alla escavazione dei canali marittimi di navigazione, il Consorzio ha effettuato il completamento delle opere di escavo dei canali e la costruzione di strade e ferrovie, all’interno della zona. Già con il progetto del 1953 il Genio Civile per le Opere Marittime proponeva l’apertura di un nuovo canale di grande navigazione da Porto Marghera all’imboccatura portuale di Malamocco per la deviazione del traffico marittimo dal Centro storico della Città di Venezia, con la costituzione di un porto petroli sul margine meridionale della seconda zona. Tale concetto rimase a fondamento dei successivi progetti del Genio Civile del 1956, del 1961 e del 1962, con i quali, tendendosi a spostare il porto petroli sempre più a sud, entro il bacino lagunare di Malamocco, il progetto del canale Malamocco-Marghera assume tracciati diversi e dimensioni sempre maggiori per consentire la discarica di petroliere di grande tonnellaggio nel porto di Venezia.

Con la legge del 2.3.1963, istitutiva dell’attuale “Consorzio obbligatorio per il nuovo ampliamento del porto e della zona industriale di Venezia-Marghera”, venne individuata una ulteriore zona di espansione del porto e della zona industriale di Venezia-Marghera (oggi denominata terza zona industriale), facendo obbligo ai Consorzio della redazione di un nuovo Piano Regolatore Generale.

La legge istitutiva affida al Consorzio il compito di predisporre il Piano Regolatore Generale della zona, nonché i piani di massima ed i relativi progetti esecutivi delle opere occorrenti per l’attuazione della legge stessa, ed i programmi di utilizzazione della zona. I progetti vengono approvati con Decreto del Ministro per i Lavori Pubblici, sentito il Consiglio Superiore ed il Magistrato alle Acque (per quanto attiene la salvaguardia della Laguna).

Pertanto, dal Consiglio di Amministrazione del Consorzio venne costituita un’apposita Commissione composta dai Consiglieri: Dott. W. Dorigo (Presidente), Cav. C. Ballarin, Ing. V. Baruscotto, Ing. G. Casadoro, Ing. G. Gusso, Ing. M. Marcantoni, Ing. F. Pagnin, Ing. A. Toniolo, Rag. S.Fabbro e dal Direttore del Consorzio Ing. I. Perruccio, con l’incarico dello studio della redazione del Piano Regolatore Generale.

Questa Commissione acquisì, anzitutto, studi già condotti da varie parti, sia sulla economia e le possibilità di industrializzazione della Regione, sia sulle infrastrutture progettate a livello provinciale sia, infine, sulla situazione della Laguna, concentrando poi il suo lavoro su uno studio di previsione, avente lo scopo di qualificare e quantificare gli elementi preliminari di programmazione e di dimensionamento della zona di ampliamento di Porto-Marghera.
Le ricerche si articolano sui seguenti punti:

a) individuazione del ruolo che il sistema produttivo di Porto-Marghera (sia per quanto riguarda gli stabilimenti già in funzione che per quelli in programma) può assumere nel quadro dello sviluppo industriale della Regione;

b) individuazione della più opportuna integrazione merceologica e tecnologica di Porto-Marghera, da realizzare mediante le nuove attività installabili della terza zona;

c) stima della evoluzione del volume dei traffici del Porto, secondo le principali caratteristiche individuabili in settori merceologici, origini e destinazioni, mezzi di carico, scarico e trasporto.

Nel corso del lavoro della Commissione furono indette numerose conferenze dei servizi, alle quali parteciparono rappresentanti dei Comuni di Venezia e di Mira, della Provincia di Venezia, dell’A.N.A.S., dell’I.C.M.C., delle FF.SS., dei Consorzi di Bonifica, del Genio Civile, della Capitaneria di Porto, dei Piloti del Porto e del Genio Civile per le OO.MM.

La Commissione si è avvalsa della consulenza del Direttore dell’Istituto di Costruzioni marittime dell’Università di Padova, Prof. Ing. Guido Ferro, ed ha potuto disporre di altri studi, ricerche e progetti di Istituti e Imprese di consulenza tecnica.

Il Consiglio di Amministrazione del Consorzio, dopo aver ampiamente e diligentemente vagliato e discusso l’elaborato della Commissione, in data 7.7.1964 ha deliberato l’adozione del Piano Regolatore Generale, il quale è stato esaminato con esito favorevole dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, riunito in Assemblea generale, il 12.3.1965.

Piano Regolatore portuale di Venezia - 1908

Di seguito la planimetria in formato PDF.

Il Piano Regolatore delle zone portuali commerciali del Centro Storico è stato predisposto dal Genio Civile nel 1906, approvato dal Consiglio Superiore del Lavori Pubblici il 15.5.1908 con voto n.603.

Negli “Atti della Commissione per il Piano Regolatore dei porti del Regno” (nominata con Decr. Minister. 26/1/1904) il Porto di Venezia viene così descritto: “Il porto di Venezia, dopo la caduta della illustre Repubblica, subì in uno stato di abbandono le conseguenze delle vicissitudini politiche, fino alla sua riunione alla madre patria. Colla sistemazione della Bocca di Malamocco, colla riduzione dei fondali nei canali ai limiti richiesti dallo sviluppo della navigazione marittima, colla costruzione di adatte banchine allacciate colla ferrovia, il movimento del porto andò riacquistando importanza tale da raggiungere, per tonnellaggio di merci sbarcate ed imbarcate, il secondo posto fra i porti italiani[…]. Il traffico del porto di Venezia da molti anni presenta un aumento continuo, per effetto del risveglio industriale della regione veneta e pei suoi progressi agricoli, per gli importanti stabilimenti ed opifici sorti nella stessa Venezia e per l’esercizio di linee regolari di navigazione“.

Il piano parte già dal presupposto che tutte le aree occupate dalle infrastrutture portuali abbiano una destinazione d’uso legata alle attività di trasporto marittimo. Di conseguenza il PRP di Venezia Centro Storico, dopo una breve parte descrittiva sull’importanza dello scalo, analizza in maniera più dettagliata i traffici e le opere infrastrutturali esistenti e quelle su cui lo Stato dovrà investire.
Per una descrizione delle aree occupate dal porto nella zona interessata dalla Variante urbanistica per l’Accordo di Programma, si allega la planimetria generale del PRP di Venezia e un estratto del Bollettino n.102 delle banchine a Marittima, S. Marta e S. Basilio del 1926.

Piano Regolatore portuale di Chioggia

Di seguito la planimetria in formato PDF.

Verso i nuovi Piani Regolatori

Il documento di pianificazione strategica di sistema:

a) definisce gli obiettivi di sviluppo e i contenuti sistemici di pianificazione delle Autorità di sistema portuale;
b) individua e perimetra le aree destinate a funzioni strettamente portuali e retro-portuali, le aree di interazione porto-città e i collegamenti infrastrutturali di ultimo miglio di tipo viario e ferroviario coi singoli porti del sistema e gli attraversamenti del centro urbano;
c) prevede una relazione illustrativa che descrive gli obiettivi e le scelte operate e i criteri seguiti nella identificazione dei contenuti sistemici di pianificazione e rappresentazioni grafiche in numero e scala opportuni, al fine di descrivere l’assetto territoriale del sistema, nonché per assicurare una chiara e univoca identificazione degli indirizzi, delle norme e delle procedure per la redazione dei piani regolatori portuali.

I piani regolatori portuali declinano gli obiettivi, le previsioni, gli elementi, i contenuti e le strategie di ciascun scalo marittimo, delineando anche l’assetto complessivo delle opere di grande infrastrutturazione.

Secondo tale quadro normativo, l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, ha avviato il procedimento per la realizzazione dei nuovi Piani Regolatori Portuali con la redazione del documento di pianificazione strategica di sistema.
Considerando la complessità del territorio portuale si è reso necessario sottoscrivere con i comuni interessati degli accordi di programma propedeutici alla finalizzazione del DPSS.

Allo stato attuale sono già stati sottoscritti gli accordi di programma con le amministrazioni comunali di Chioggia (AccordoAllegato 1Allegato 2) e Cavallino Treporti.

Inoltre, nell’ambito di Porto Marghera, sono state recentemente individuate le aree che hanno perso la funzione portuale e che si ritiene possano essere riconosciute come aree di interazione porto città sulle quali applicare la pianificazione comunale, e in tal senso è stato emanato dal Presidente il Decreto 359/2020 Ricognizione di aree, site in ambito portuale, a destinazione non più portuale (PlanimetriaDecreto)

Nuovi Piani Regolatori

Di seguito le planimetrie, gli accordi e i decreti in formato PDF.

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