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Precisazioni sullo sciopero dei lavoratori portuali

In merito allo sciopero dei lavoratori indetto dalle Segreterie Provinciali di Venezia dalle rappresentanze sindacali FILT-CGIL, FIT CISL, UILT-UIL che si è tenuto ieri, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale intende precisare quanto segue.

Le motivazioni riportate dalle rappresentanze sindacali alla base dello sciopero, come più volte ribadito, sono pienamente condivise dall’Ente che ha agito proprio per porre rimedio sia a criticità strutturali del Sistema Portuale Veneto – che si trascinano da molti anni -, sia al delicato momento caratterizzato dalla contrazione dei traffici marittimi e portuali riconducibile all’emergenza sanitaria in atto. In tal senso, per quanto attiene l’individuazione di soluzioni strutturali per l’escavo manutentivo dei canali di grande navigazione, l’Ente, fin dalla sua costituzione, si è adoperato per risolvere le storture connesse ai costi fuori mercato del conferimento dei materiali di escavo individuando siti di stoccaggio adeguati, ricorrendo, per il tramite di specifici accordi con il PIOPP, alla legislazione vigente in attesa di adottare il nuovo Protocollo Fanghi e mettendo a bilancio oltre 25 milioni di euro per provvedere a tale attività (cui si aggiungono, in data 07 agosto 2020, altri 26 milioni di euro finanziati dal MIT e che l’AdSP utilizzerà per proseguire le attività di dragaggio e porre rimedio all’inutilizzabilità attuale del c.d. “Molo Sali” quale sito di conferimento). Queste azioni hanno già portato allo sblocco dell’escavo del Canale Malamocco-Marghera e del Canale Industriale Ovest di Porto Marghera e alla possibilità di conferire da subito oltre 500.000 mc di fanghi presso l’Isola delle Tresse. Una azione che consentirà di migliorare sensibilmente l’accessibilità nautica della principale arteria di comunicazione del porto veneziano e di riallacciare i rapporti con gli operatori internazionali.

Per quanto concerne l’individuazione di soluzioni transitorie e definitive sugli approdi delle navi da crociera (problema che si trascina da molto tempo, salito alla ribalta nazionale e internazionale da almeno 10 anni e che AdSP-MAS ha ereditato), si ricorda che nel novembre 2017 (in accordo con il Comune di Venezia e la Regione del Veneto) l’Ente ha formulato e sottoposto al vaglio del c.d. “Comitatone” idee progettuali che il MIT, nel corso del 2018, ha richiesto di integrare con ipotesi di approdi diffusi (attività prontamente eseguita da AdSP) e che verranno valutate, secondo peraltro quanto emerso dalla stampa, nel prossimo “Comitatone”.

Rispetto alla compatibilità dell’attività portuale e la piena entrata in funzione del sistema Mo.S.E poi, si ribadisce che AdSP, ascoltati gli operatori portuali, ha già formulato specifiche ipotesi di soluzione oggi al vaglio delle autorità competenti, al fine di ridurre i tempi di previsione delle maree, i costi per le compagnie e salvaguardare la continuità del lavoro delle stesse. A tal proposito, peraltro, si ricorda che AdSP MAS, per il tramite dei propri vertici, ha segnalato a partire dalla sua costituzione nel marzo 2017 le criticità connesse alla impraticabilità della conca di navigazione.

“Condividiamo le preoccupazioni espresse da tutta la Comunità portuale e quindi anche dalle rappresentanze sindacali”- commenta il Commissario Straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale, Pino Musolino -“così come comprendiamo il momento di particolare difficoltà delle imprese e dei lavoratori portuali. Abbiamo cercato, fin da subito, di fornire sostegni economici concreti ai lavoratori art. 17, tanto di Venezia quanto di Chioggia, ricorrendo all’articolo 15bis della legge portuali e predisponendo, dal 30 marzo 2020, la possibilità di sospendere il pagamento dei canoni demaniali fino al 30 settembre, come previsto dall’art. 92 co. 2 del D.L 18/2020. È chiaro che il Commissariamento dell’Ente, provocato da scelte incomprensibili, a fronte del parere del MIT che ha certificato la piena regolarità e solidità del Bilancio dell’AdSP, rende l’azione della Istituzione portuale molto più difficile e farraginosa. A partire ad esempio dal rinnovo delle concessioni, tema sul quale l’Ente, nel pieno dei propri poteri, stava lavorando per tempo ed aveva condiviso il 04 giugno 2020, nelle linee e strategie essenziali, anche con Alessandro Santi, Presidente Federagenti Veneto, Andrea Scarpa, Presidente Assosped Venezia e Vicepresidente nazionale Fedespedi, Alessandro Becce, Rappresentante dei Terminal portuali in Organismo di Parternariato e Umberto Masucci, Presidente dell'International Propeller Club. Sarebbe stato meglio, per il bene dei porti di Venezia e Chioggia, non doversi accollare in piena emergenza anche una crisi istituzionale, che non ha ragione d’essere tecnicamente ma che altri scientemente hanno avvallato. In questo senso mi auguro che la Comunità Portuale e quindi anche le sigle sindacali sapranno chiedere risposte concrete e spiegazioni tanto a livello nazionale, quanto a livello regionale e locale. Per parte nostra, alle frasi d’effetto abbiamo sempre preferito il confronto costruttivo e il lavoro per raggiungere gli obiettivi economico-finanziari e i risultati presentati qualche giorno fa, parlano in maniera chiara”.

Ufficio stampa Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale – Adnkronos Comunicazione
Andrea Nalon +39 328 0885794 andrea.nalon@adnkronos.com – Enrica Marrese +39 320 8074750 enrica.marrese@adnkronos.com

 

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